Definizioni

“LE PAROLE SONO PIETRE” scriveva Carlo Levi.

E’ stata proprio la crescita esponenziale della comunicazione interpersonale, favorita da avanzatissimi strumenti multimediali, a spingerci ad utilizzare parole e definizioni senza riflettere minimamente sul reale significato originario, classificandole inconsciamente in grandi categorie quali: corrette, scorrette, attuali, antiquate, buone, cattive, ecc.
Questa premessa per dire che, ancor oggi, il termine “MOTORSAILER”, da sempre associato al concetto di “compromesso”, si porta dietro un pregiudizio negativo che, del tutto ingiustamente, rischia di affondare una tipologia di imbarcazioni che invece ha, come tenterò di dimostrare qui di seguito, tutte le caratteristiche per costituire l’unico concreto futuro della nautica in quanto capace di soddisfare le esigenze di una gamma molto vasta di utenti esigenti ed evoluti che, lungi dall’accontentarsi, vogliono ottenere il massimo di “valore d’uso” dalla loro imbarcazione.
Diciamo subito che il significato del termine è chiarissimo. Basta tradurlo in italiano: MOTORSAILER = MOTOVELIERO, per comprendere che significa semplicemente imbarcazione dotata di vela e motore; senza possibilità di errore quindi la cosa più semplice, logica e naturale per andare in mare con il massimo di comodità e sicurezza (e anche la più economica ed ecologica). Ciò nonostante ancora oggi chi naviga con un motorsailer è un po’ compatito e lui stesso si sente un diportista “sfigatello.”
Al contrario, quasi simmetricamente, l’aggettivo oggi più qualificante e vincente è sicuramente: “IBRIDO”, da tutti connotato positivamente.
Ma se proviamo ad analizzare l’etimologia della parola in questione scopriamo che in natura l’ibrido viene definito come . In ambito colloquiale il significato più accettato è: Quest’ultima definizione ci fa intravvedere, al di là della percezione positiva di cui sopra, una qualche deformità (se non mostruosità) insita nel termine “ibrido” se “non risolto in una superiore unità”.
Tutto questo ci riporta al ragionamento iniziale e, in qualche modo spiega parzialmente la pessima fama del motorsailer. Proprio quella mancanza di una “sintesi superiore” genera il “mostro-sailer”; un oggetto irrisolto che si definisce per quello “che non è” anziché per quello “che è”. Non è un veliero puro, non è un motoryacht e quasi non è una barca; con quella tuga che rimanda alla casetta, tanto rassicurante quanto poco “marina”.

Ma siamo sicuri che sia proprio cosi?………………………………